Possiamo ancora parlare di Food Marketing post Covid? - Webeing.net Agenzia Marketing

Possiamo ancora parlare di Food Marketing post Covid?

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Il mondo della ristorazione è stato chiamato ancora una volta a reinventarsi.

Dopo aver investito tempo e denaro per adeguare i locali alle normative imposte dal Governo per contenere la diffusione del virus e dopo aver cercato soluzioni creative per rispondere all’emergenza, i ristoratori si trovano a dover fare i conti con lo stop delle attività alle 18.

Questo significa dover rinunciare alle entrate relative al servizio della cena, dell’aperitivo e del dopo cena, con perdite considerevoli per tutto il comparto.

La situazione tanto in Italia quanto nel resto del mondo è in continua evoluzione e le cose potrebbero cambiare in modo repentino da un momento all’altro, contribuendo a generare ansia, precarietà e instabilità.

Sembra piuttosto chiaro, quindi, che non possiamo più parlare di food marketing post Covid come se fosse un periodo indefinito collocato nel futuro in quanto l’era post Covid è già iniziata.

Ecco quindi che il mondo della ristorazione non può restare a fermo, ma deve essere ripensato.

A partire dagli ambienti e dalle relazioni interpersonali, sono cambiate le abitudini e le scelte di consumo e di conseguenza dovranno mutare i servizi, le proposte gastronomiche e le esperienze offerte ai clienti.

Alcune strategie di food marketing messe in atto nei mesi scorsi, possono rappresentare delle ottime basi dalle quali ripartire per muoversi sia sul mercato attuale sia per creare nuove opportunità per il futuro.

La pandemia, ad esempio, ha spinto la ristorazione a puntare tanto sul delivery. La consegna a domicilio è stata infatti una delle chiavi per molte imprese del settore per continuare a lavorare anche durante il lungo periodo del lockdown.

Oggi si parla addirittura di dark kitchen come l’evoluzione del food delivery. Ossia di cucine centralizzate in cui non si recano fisicamente i clienti, ma dove vengono prodotti i piatti che poi verranno consegnati a domicilio.

Serviranno tanta pianificazione ed energie per essere proattivi e anticipare le tendenze future, ma questo è il momento di guardare avanti.

Per questo motivo abbiamo individuato 3 macro trend nel food marketing che in questo particolare momento storico possono aiutare i ristoratori in difficoltà. Vediamoli insieme.

 

 

Dal food delivery alle ghost kitchen: un cambio di rotta sempre più strutturale

Con l’ultimo provvedimento emanato dal Consiglio Dei Ministri sono state sancite nuove e stringenti misure per contenere l’emergenza sanitaria legata al Covid.

A partire dal 26 ottobre, quindi, le attività dei servizi di ristorazione (tra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie) sono consentite solamente dalle ore 5.00 fino alle 18.00 con il consumo al tavolo ammesso per un massimo di 4 persone per tavolo, salvo che siano tutti conviventi.

Dopo le 18 quindi è vietato il consumo di cibi e bevande nei luoghi pubblici e aperti al pubblico, ma è consentita la ristorazione con consegna a domicilio nel rispetto delle norme igienico-sanitarie.

È ammessa, inoltre, fino alle ore 24.00 la ristorazione d’asporto, con divieto di consumazione sul posto o nelle immediate vicinanze.

I ristoratori, quindi, dopo aver riadattato gli spazi e ridimensionato il numero dei coperti, si trovano a dover fronteggiare difficoltà legate anche alla gestione delle provviste, alle scadenze e alla deperibilità nonché alla manutenzione dei macchinari.

A tutto questo si aggiunge la necessità di riorganizzare il lavoro dei dipendenti, seguendo le nuove norme, e di ripensare l’offerta per i propri clienti.

Se il lockdown, come abbiamo appena visto, aveva già dato una forte spinta alle consegne a domicilio, un recente sondaggio realizzato da IziComin&Partners conferma il cambio delle abitudini di consumo degli italiani avvenuto negli ultimi mesi.

Dati alla mano, lo studio conferma che il delivery diventerà una tendenza sempre più strutturale.

Basti pensare che il food delivery ha fatto registrare un +19% reggendo anche nella fase post lockdown, dimostrando come i consumatori continuino ad acquistare online (Fonte: Sole24Ore).

Ecco allora che i ristoranti dovrebbero iniziare a pensare alle consegne a domicilio non più come una misura temporanea, necessaria a fronteggiare un periodo di crisi, bensì come un servizio continuativo in grado di rispondere ai nuovi stili di vita.

Il delivery, quindi, può rappresentare un driver di sviluppo fondamentale per la ristorazione, capace di affiancare l’attività tradizionale svolta all’interno dei locali, creando magari soluzioni sempre più personalizzate e riconoscibili.

Dark kitchen e Ghost kitchen: l’evoluzione del delivery

Negli ultimi tempi stiamo assistendo alla nascita di ristoranti virtuali e cucine fantasma, ma quali sono le differenze?

Si parla di ristoranti virtuali o ghost restaurant quando un locale tradizionale, ossia che serve cibo ai clienti seduti al tavolo, sceglie di aprire una sorta di sotto-ristorante, che esiste solo online.

Lo si fa, di solito, per aumentare il business ottimizzando il personale e le materie prime di cui già dispone il locale.

In questo modo si va a creare un secondo brand dedicato al delivery, che possa permettere al ristoratore di aumentare il fatturato, diminuire gli sprechi di cibo, testare nuovi concept e ammortizzare il costo del lavoro.

L’idea delle cucine fantasma o dark kitchen, invece, è quella che alla base del servizio non vi sia un vero e proprio ristorante tradizionale, ma solo una cucina da cui preparare i piatti da affidare ai rider che li consegneranno al cliente finale che ha effettuato l’ordine online.

Il vantaggio in questo caso è rappresentato dalla riduzione delle spese legate al personale, ai locali e agli arredi.

Ed è anche una soluzione che viene spesso utilizzata per testare nuove aperture in città, diverse dal locale originale.

Non solo, al termine del periodo legato all’emergenza sanitaria, entrambe le soluzioni appena viste potrebbero comunque rivelarsi utili per quanti necessitano di un servizio time saving lavorando molte ore fuori casa ed avendo uno stile di vita più frenetico.

Più empatia ed emozioni: il delivery esperienziale

Molti ristoratori hanno dovuto riadattare la propria attività sulla base delle nuove esigenze e delle modalità di consumo emerse a seguito dell’emergenza Covid.

Restando in tema delivery differenziarsi, in un mercato sempre più competitivo, risulta essere fondamentale.

Per farlo è necessario arricchire il momento della consegna con aspetti esperienziali unici: tipologia dell’offerta, servizio pre e post vendita, packaging e modalità di pagamento dovrebbero essere vissute dal cliente come un’attenzione in grado di donargli un’esperienza unica.

Un buon esempio è quello della pizzeria La Scaletta di Ascoli Piceno che ha pensato di arricchire la propria offerta di delivery (che spazia dai fritti alle pizze classiche, fino a quelle gourmet) con corsi di home cooking a domicilio.

In questo modo i clienti hanno la possibilità, volendo, di realizzare la pizza anche nel forno di casa.

Nei momenti di crisi e di grande cambiamento, come quelli che stiamo vivendo, la componente emotiva assume un ruolo fondamentale, ecco perché il food delivery esperienziale funziona.

I clienti in fase di acquisto, quindi, privilegeranno tutte quelle attività che saranno in grado di offrirgli l’esperienza migliore.

Chatbot: come semplificare la gestione delle ordinazioni nel delivery ed asporto

Avere strumenti che aiutano a gestire in modo facile e veloce le prenotazioni è essenziale per chi ha deciso di puntare sul delivery.

Investire in una chatbot, in grado di interagire con un numero illimitato di utenti contemporaneamente, può quindi rivelarsi una strategia di food marketing vincente.

Le chatbot, infatti, sono programmi di facile e immediato utilizzo che rappresentano un aiuto concreto per prendere ordinazioni direttamente con una chat implementata sul sito o sulla pagina Facebook del locale.

Ma cos’è Comanda? Comanda è una chatbot, ossia un programma studiato dal nostro team, che in maniera automatica riesce a gestire le ordinazioni dei clienti.

Attraverso la chat di Facebook Messenger, gli utenti possono:

  • Visualizzare il menu del ristorante

  • Scegliere quello che desiderano

  • Ordinare velocemente

  • Pagare in totale sicurezza online grazie a PayPal o Carta di Credito

In questo modo alla brigata di cucina arriverà la comanda, redatta in modo chiaro e semplice, e i piatti pronti verranno ritirati dai clienti senza che vi siano assembramenti nel locale.

Inoltre, così facendo si potrà continuare a lavorare anche dopo le temibili ore 18.

Food marketing: il fenomeno dei ristoranti pop up in hotel

Nelle ultime ore per far fronte alla chiusura anticipata dei locali alcuni ristoratori hanno rispolverato il concetto di pop up restaurant o ristoranti temporanei.

Il Decreto emanato dal Governo, infatti, non ha limitato l’attività delle strutture ricettive offrendo quindi la possibilità di servire la cena ai ristoranti che si trovano all’interno degli hotel, anche se limitatamente ai clienti che effettivamente alloggiano nella struttura.

L’idea alla base di questa tipologia di ristoranti temporanei è quella di creare sinergie tra gli chef e i tanti albergatori che pur essendo aperti, sono per lo più vuoti a causa della contrazione del turismo.

Gli alberghi dotati di cucine e sale idonee potrebbero quindi pensare a dar vita a dei ristoranti pop up che per alcune settimane possono consentire ai clienti di godersi la cena in totale sicurezza.

Generalmente questa tipologia di ristoranti nasce principalmente per 3 ragioni:

  1. Promuovere la carriera di un cuoco in erba

  2. Testare la forza commerciale di un ristorante prima del lancio sul mercato

  3. Creare un evento esclusivo e unico qualora lo chef sia già conosciuto

Nulla vieta però di adattare questo format ad un momento di crisi come quello attuale così da poter diventare un’opportunità per i ristoratori, per gli hotel e per la relativa filiera.

Food brand identity_3_ristorante vuoto

Come rispondere alle sfide dell’era post Covid?

Abbiamo visto in quale direzione si sta muovendo il mondo della ristorazione per fronteggiare le recenti restrizioni.

Ovviamente non tutte le attività sono in grado di reagire allo stesso modo né hanno le stesse esigenze, risorse e priorità.

Per poter reagire alle sfide che l’emergenza sta presentando è necessario rispondere in modo tempestivo ai cambiamenti in atto.

Particolare attenzione dovrà essere prestata ai dati e all’analisi delle informazioni, così da poter conoscere le rinnovate esigenze dei clienti, dare forma a nuove idee e guardare all’innovazione senza timori.

Il settore della ristorazione in Italia non è semplice fornitura di cibo bensì è cultura, tradizione, qualità, convivialità, innovazione, impresa e lavoro.

Il futuro del settore food è di vitale importanza quindi sia per l’economia quanto per l’anima del Paese ed è legato sia ai prodotti d’eccellenza di cui dispone sia all’attenzione e alla cura dei clienti che alle strategie aziendali di food marketing attuate.

La conoscenza analitica del mercato unita a resilienza, strategie mirate e qualità dei prodotti offerti sono gli ingredienti che insieme ad un pizzico di intraprendenza potranno aiutare i ristoratori a superare la crisi e guardare al domani con maggiore fiducia.

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